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Mi sa che questa è stata raccontata a mia nonna dalla Silvana del mare, che forse l’ha letta su internet. Così è arrivata nella famiglia Coli, e da qui l’ho imparata io.
Provo a mettere in ordine gli ingredienti: 70 grammi di noci sgusciate, 10 foglie di basilico, 30 grammi circa di olio extravergine di oliva, 80 grammi di speck in trancio, 30 grammi di parmigiano, 2 etti di linguine, 1 spicchio d’aglio, 100 grammi di panna da cucina, alcune noci e qualche foglia di basilico da aggiungere per guarnire prima di portare in tavola.

E’ una ricetta molto semplice, come piacciono a noi della famiglia Coli, soprattutto perché impiega poche pentole o strumenti da cucina così non c’è da lavorare troppo per rimettere a posto…
Si inizia con 70 grammi di noci, sgusciate, che vanno tritate con un pimer o con un frullatore, quando sono diventate una granella omogenea abbastanza fine, si aggiungono dieci foglie di basilico che vanno tritate insieme alle noci. Nel contenitore dove avete tritato noci e basilico versate 30 grammi di olio extravergine di oliva ( io uso quello che produciamo nelle olivete di Cantine Coli). Tritate il tutto, mescolate con un cucchiaio il composto e versatelo una volta che è amalgamato bene dentro una piccola ciotola. Mettete la ciotola da una parte e passate a lavorare lo speck.

Prendete il trancio di 80 grammi di speck, io per le ricette di famiglia Coli faccio la spesa da un alimentari vicino a casa, ma va benissimo quello del bancone della gastronomia della grande distribuzione. Disponetelo per lungo su un tagliere di legno e poi con un coltello da bistecca, eliminate le parti esterne, poi tagliate a fette, e dopo, facendo attenzione, tagliate a cubetti abbastanza piccoli da poter essere mangiati con una forchetta.

Grattugiate a scaglie grandi i 30 grammi di parmigiano, perché mantenga la consistenza per la successiva cottura. Pesate circa 200 grammi di linguine, anche in questo caso la ricetta di famiglia Coli prevede linguine, ma se preferite gli spaghetti anche integrali vanno bene lo stesso. Fate bollire l‘acqua per la pasta in una capiente pentola, salate e poi buttate le linguine che avete pesato.

In una padella antiaderente versate due giri d’olio ( extravergine mi raccomando che qui in Chianti, non solo noi di famiglia Coli siamo un pò fissati), schiacciate uno spicchio d’aglio usando la lama ( lato piatto) del coltello e mettetelo in padella. Fate rosolare nell’olio caldo e poi versate lo speck tagliato a cubetti. Fate rosolare per per qualche minuto lo speck e l’aglio. Versate nella padella, insieme agli altri ingredienti 100 grammi di panna da cucina ( in generale nelle ricette di famiglia Coli evitiamo burro e panna in cottura … ma quando ci vuole … ), e infine una spolverata di pepe.

E’ il momento di aggiungere in padella il composto che avete messo da parte precedentemente in una ciotola, cioè le noci, il basilico e l’olio. Versate in padella e mescolate bene il tutto, con una pinza da pasta. Girate lentamente sempre nella stessa direzione, così vuole la Ricetta di famiglia Coli. Fate asciugare la panna e fatela ritirare.

Quando vedete che si ritira troppo aggiungete un cucchiaio di acqua di cottura, e proseguite nella rosolatura. Se serve aggiungete ancora un cucchiaio di acqua, il composto non deve diventare troppo asciutto.

Con la pinza da pasta prendete direttamente dalla pentola le linguine e versatele in padella, giratele e fate in modo che il sugo aderisca e formi un amalgama con la pasta.

Quando il sugo è ritirato bene, versate i 30 grammi di parmigiano a scaglia grosse sulla pasta, e rigirate in padella delicatamente. Spegnete il fuoco: è arrivato il momento di servire la pasta con la ricetta di famiglia Coli.

Avvolgete le linguine con la pinza e disponetela su un piatto fondo usando il cucchiaio per darle una forma. Mettete qualche gheriglio di noce sulla pasta e aggiungete due foglioline di basilico.

E’ tutto, buon appetito con le ricette di famiglia Coli. Come abbinamento con un vino, visto i sapori ‘importanti’ che sono nella ricetta, si può andare sia su un rosso che su un bianco, si consiglia un vino di media struttura, cioè capace di lasciare un ‘sapore’ in bocca durante l’assaggio.