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Esiste una ricetta ‘base’ per questo classico napoletano, ovvero la mozzarella in carrozza? Direi di si.

I miei ospiti Belinda Coli, Filippo Coli, Giacomo Coli e Gianluca Coli in genere non sono molto interessati a queste discussioni sull’origine e le variazioni delle ricette. A loro normalmente interessa il ‘gusto’, il sapore di un piatto e casomai la discussione è più sul tipo di abbinamento al vino, visto che sono in pratica tutti esperti sommelier.

Per questo ne parlo prima con voi. Nei manuali si dice che si prendono delle fette di pane del tipo pane a cassetta, si elimina la crosta con un coltello, poi si dispone una bella fetta di mozzarella fresca tra le due fette di pane, si passano i lati del bordo per prima nel latte e poi nella farina così da creare una specie di strato colloso che deve trattenere la mozzarella. Poi si prendono le due fette di pane, le si inzuppano nelle uova sbattute e si passa alla frittura in una padella con olio bollente. L’olio deve essere abbondante e cioè coprire quasi per intero le fette di pane. Si rigirano un paio di volte e si presta attenzione a quando dalle fette di pane scappa qualche lacrima di mozzarella, a quel punto sono pronte per essere portate in tavola. Questa è quella che viene considerata la preparazione standard.

Sempre per dare a voi che mi seguite una informazione in più sono andata a cercare anche il perché di un nome che io trovo buffo. MOZZARELLA IN CARROZZA. Chissà perché a me ha sempre ricordato un mondo di fiabe, quasi che la mozzarella fosse una Principessa. In realtà ho scoperto che secondo un’ipotesi diffusa si tratterebbe di una denominazione che si è affermata durante l‘800, quando il latte trasportato su una carrozza ( mah!? direi più un carro …), durante il percorso il latte subiva una trasformazione e all’arrivo diventava un formaggio fresco, cioè mozzarella. Mah! A me questa storia non mi quadra, però come tale ve la riporto.

Comunque bando a queste storie su origine del nome e ricetta eccoci al punto e cioè a come la nonna mi ha insegnato a cucinare la mozzarella in carrozza nella versione della famiglia Coli e come io l’ho preparata per i miei quattro ospiti: Belinda Coli e suo fratello Giacomo Coli, Gianluca Coli e suo fratello Filippo Coli. Ecco qua gli ingredienti che servono a preparare delle gustose mozzarelle in carrozza per 4 persone.

  • 8 fette di pane a cassetta o pan carrè
  • 1 mozzarellona di circa 300 grammi
  • 2 uova
  • 3 cucchiai di latte
  • un po’ di farina
  • sale
  • olio per frittura

Anche in questo caso si tratta di ingredienti semplici e di facile reperibilità che si trovano normalmente in ogni frigorifero, e quindi è facile realizzare questo piatto anche in situazioni ‘emergenziali’ come una aperitivo inaspettato o amici che si fermano per uno spuntino.

Per i miei ospiti Filippo Coli, Belinda Coli, Giacomo Coli e Gianluca Coli ho scelto di fare una cosa volante, stile finger food, da mangiare durante una pausa pranzo, quindi senza apparecchiatura. Ho tolto la crosta del pane con un coltello e ho infarinato bene le 8 fette di pane, poi le ho messe per qualche minuto, per farle inzuppare bene, nella scodella dove avevo sbattuto le due uova, con l’aggiunta dei tre cucchiai di latte e un pizzico di sale.
Ho tagliato la mozzarella in grosse fette, belle spesse: le ho infarinate e passate nell’uovo.
A questo punto ho messo le fette di mozzarella tra due fette di pane, le ho compresse un po’ e le ho passate da capo nella farina e poi di nuovo nella scodella delle uova sbattute.

Le quattro carrozze belle ‘corazzate’ sono pronte per essere fritte. In padella ho messo una abbondante quantità di olio per friggere, che deve risultare sufficiente a ricoprire la gran parte della ‘carrozza’. Importante è che non rimanga scoperta la parte centrale dove c’è la mozzarella. Le ho rigirate di tanto in tanto cercando di non rovinare gli angoli.
Anche qui è importante verificare a vista: quando la mozzarella fa uscire dalla ‘carrozza’ una lacrima vuol dire che è il momento di toglierla dalla padella. A questo punto va messa sul foglio di carta oleata o carta-casa. Attenzione! Appena tolte dalla padella sono super-bollenti, quindi mangiatele con calma aspettando qualche istante prima di addentare.

Essendo adatte ad essere vissute come finger food (o per chi preferisce street food) si possono servire con un semplice tovagliolo. Come vi dicevo all’inizio è difficile che mi ritrovi a parlare con Filippo Coli o Gianluca Coli ( o i loro cugini Belinda Coli e Giacomo Coli) di varianti e originalità della ricetta, è più probabile come in questo caso che la discussione si allarghi al momento in cui c’è da decidere quale può essere il giusto abbinamento. Anche se in questo caso specifico, pur avendo in maggioranza una predilezione per i rossi, si sono accordati su un bianco, con un certo grado di sapidità.