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La trippa è un piatto semplice e gustoso che si trova in tantissime versioni, anche se la versione più diffusa e conosciuta è proprio quella che la si mangia per strada in versione street food. Turisti e viaggiatori, ma anche tanti fiorentini, scoprono il gusto di questo piatto proprio nei banchini che si trovano in ‘strada’. Nei ristoranti la trippa viene spesso ignorata e anche i libri di ricette non gli riservano l’importanza che secondo me dovrebbe avere. Per fortuna le quattro persone per cui in genere cucino, cioè Belinda Coli, Gianluca Coli, Giacomo Coli e Filippo Coli, sono d’accordo con me nel ritenere la trippa un piatto sottovalutato, ingiustamente. Per questo oggi cucino la Trippa alla fiorentina.
Molti fanno delle facce strane quando sentono parlare di trippa, pensando che sia una parte dell’intestino dell’animale. Niente di più sbagliato la trippa è una delle parti di cui si compone lo stomaco della mucca. Proprio di questo si è parlato appena si sono messi a tavola, così mentre Giacomo Coli e Filippo Coli si ricordavano bene la sequenza esatta: il primo stomaco si chiama ‘croce’, il secondo ‘cuffia’, il terzo ‘centopelle’ e l’ultimo è il ‘lampredotto’. Belinda Coli si è limitata ad ascoltare perché non si ricordava neppure un nome e anche Gianluca come me non ricordava molto bene questi nomi …
Comunque per preparare la ricetta come la facciamo in famiglia Coli (per 4 persone) ho preso 800 grammi di trippa già lavata e pronta, 200 grammi di pomodori maturi o anche di pomodori pelati, 1 sedano, 1 cipolla, 1 carota, 5 cucchiai di olio extravergine di oliva, parmigiano reggiano grattugiato, sale e pepe a piacimento.

Sono in molti a dire che la trippa va cotta assai e alcuni addirittura parlano di ore di cottura. Nella cucina della famiglia Coli c’è l’usanza, specialmente d’estate, di fare la trippa in ‘insalata’ e di mangiarla dopo averla fatta sbollentare velocemente in acqua e pomodoro! Spesso condita a freddo con olio, aglio, prezzemolo e pepe! Figurarsi se la si deve cuocere a ore …
Ma ora parliamo della trippa alla fiorentina come facciamo noi della famiglia Coli: come sanno bene i miei parenti alla base della buona ricetta ci deve essere la qualità della materia prima: in questo caso la trippa, che deve essere morbida e bianca.
Ecco come si prepara la ricetta e come l’ho fatta in questa settimana per il pranzo che ho preparato per Filippo Coli, Gianluca Coli, Giacomo Coli e a rappresentanza del gentil sesso Belinda Coli. Tritate finemente gli odori (sedano, cipolla, carota) usando la mezzaluna o il coltello. Versate 5 o 6 cucchiai di olio extravergine di oliva in una padella antiaderente a bordo alto. Fate rosolare a fuoco basso gli odori tritati per circa venti minuti.
Tagliate la trippa in striscioline di circa un centimetro di larghezza, meglio più fini che più larghe, e della lunghezza di circa quattro centimetri, lavate bene sotto acqua corrente. Aggiungete la trippa alla fine della rosolatura degli odori e lasciatela insaporire per una decina di minuti girando di frequente perché possa assorbire il gusto degli odori.

Poi mettete nella padella i pomodori che avete sbucciato (o quelli pelati se vi stanno più comodi), aggiungete il sale a vostro gusto e pepe in modo generoso. Lasciate cuocere a fuoco moderato per altri venti minuti tenendo la padella coperta.
A fine cottura togliete il coperchio, girate bene la trippa nella padella e guardate se c’è rimasto sul fondo del sugo. E’ bene che la trippa non sia ‘acquosa’ anzi deve essere asciutta. Per questo mettete durante la finitura un paio di cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato. Oltre a rendere più sapida e gustosa la trippa ha lo scopo di finire di asciugare il preparato.

Con i miei quattro parenti della famiglia Coli, già seduti a tavola, ho servito prima Belinda Coli, mentre gli altri tre stavano facendo girare una bottiglia di rosso che aveva portato Filippo Coli. Giacomo Coli e Gianluca prima di assaggiare la prima forchettata hanno voluto controllare l’etichetta del vino … ognuno ha i suoi gusti …
Buon appetito!